sabato 30 gennaio 2016

ANSIA: perchè esiste e perchè non temerla!!


L’ansia è uno dei vissuti più comuni e che più spesso preoccupano le persone al giorno d’oggi. 


Essa sopraggiunge indesiderata nei momenti meno opportuni, la notte quando si cerca di prender sonno, prima di un esame importante, al primo appuntamento con una persona che ci piace, durante un volo aereo o quando magari dobbiamo parlare davanti ad un pubblico e temiamo di fare brutta figura. Livelli di ansia elevati possono ledere la performance dell’individuo o portare all’evitamento di certe situazioni creando quindi un grave disagio per la vita sociale e lavorativa della persona.

 

Ma se questa maledetta ansia, tanto odiata e tanto temuta, esiste, un motivo ci sarà!

L’ansia intesa come «anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuri, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione» (American Psychiatric Association, 1994) è la rimanente dei meccanismi di attacco e fuga che l’uomo moderno si porta dietro nella sua evoluzione filogenetica.
Se c’è un pericolo, grazie al meccanismo dell’ansia, posso prepararmi ad attaccare o a fuggire.
Pensiamo ad esempio all’uomo primitivo. Egli, alla vista di un animale feroce aveva a disposizione un meccanismo innato che portava ad una accelerazione del battito cardiaco, ad un aumento della pressione sanguigna ed inoltre dirottava il sangue verso i muscoli e verso gli organi più importanti del nostro corpo. In questo modo, l’uomo delle caverne era pronto per affrontare il feroce animale.
Nella società moderna, per fortuna, non ci sono più bestie feroci che minacciano le nostre esistenze, ma ci sono comunque degli eventi che noi “interpretiamo” come pericoli e che, per tale motivo, portano all’attivazione dei meccanismi di attacco e fuga collegati all’ansia.

L’animale selvaggio che ci vuole mangiare oggi si è trasformato nell’interrogazione a scuola, nella visita medica o nell’incertezza del nostro futuro.
Il meccanismo dell’ansia è naturale e funzionale, non possiamo eliminarlo, ma grazie al supporto psicologico possiamo imparare a gestirlo. 

Secondo Beck, il fondatore della psicoterapia cognitiva, la persona ansiosa tende ad usare in modo sistematico degli schemi cognitivi che tendono a distorcere le informazioni provenienti dalla realtà, per cui l’individuo percepisce un allarme in assenza di pericolo ed ha una percezione soggettiva di vulnerabilità e ,mancanza di controllo. Uno dei principali metodi per gestire l’ansia sarà quindi quello di indagare e ristrutturare questi convincimenti disfunzionali e fare così in modo che la persona riesca a raggiungere i propri obiettivi ed abbia una migliore qualità della vita.

 

Bibliografia

American Psychiatric Association (1994), DSM-IV Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, IV edition, American Psychiatric Association, Washington.

Beck A.T., (1984), Principi di terapia cognitiva. Un approccio nuovo alla cura dei disturbi affettivi, Astrolabio, Roma.

Galeazzi A., Meazzini P. (2004), Mente e Comportamento. Trattato italiano di psicoterapia cognitivo-comportamentale, Giunti Editore Spa.

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